Diniego atti

Diniego accesso agli atti

Al Sindaco del Comune di Modica Sua sede

Oggetto: Anticipazione di liquidità ex art. 116 del Decreto legge n. 34/2020: terza interrogazione - richiesta e quinta discussione.

Gentile Sindaco,


il tema che le propongo comincia a farsi vecchio e per me, oltre che per lei e per il Segretario generale che la consiglia, o a cui lei impone di consigliarla, è divenuto come quei vecchi mobili che un tarlo ha ricamato con ostinazione sino a minarne la stabilità. Nel caso concreto la stabilità venuta meno è la mia per cui, glielo dico con estrema chiarezza, sono a un passo dalla decisione di denunciarla, insieme al Segretario generale, per omissione d’atti di ufficio, con l’aggravante che non si tratta di omissione passiva ma di lucida, deliberata e reiterata, decisione, mirata a impedirmi l’accesso a precisi atti di amministrazione. Per evitare ripensamenti la avverto, amichevolmente, che questa volta non mi fermerò. D’altronde è un impegno che assumo innanzi alla Cittadinanza tutta. E non intendo transigere. Il tema, indicato in oggetto, lei lo conosce bene, ma una pur breve presentazione è d’obbligo per riuscire chiari ai cittadini. Il Decreto legge n. 34/2020 all’articolo 116, comma 1, prevede che gli enti locali in difficoltà nel pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili, maturati sino alla data del 31 dicembre 2019, che riguardino forniture, somministrazioni, appalti e obbligazioni per prestazioni professionali, possono chiedere, alla Cassa Depositi e Prestiti, l’anticipazione delle relative somme. Dette somme, scontato che siano impiegate nel pagamento dei debiti, vanno restituite, in rate annuali, entro un massimo di trent’anni. lei ha fatto il conto di avere accumulato, tra il 2014 e il 2019, 44 milioni (arrotondo per rendere più fluida la spiegazione) di debiti, per cui ha presentato domanda ed ha ottenuto l’intera somma. Sin qui siamo nella legge. Il cittadino capisce che si tratta di un debito piuttosto cospicuo, per cui tende a vivere l’operazione con qualche sospetto. Non è correttissimo, lo dico subito, ma quando qualcuno ha maturato il sospetto tende a mantenerlo, salvo documentata dimostrazione del contrario. Pensando al periodo in cui s’è formato, tra il 2014 e il 2019, si potrebbe anche pensare che il debito sia stato costituito integralmente dal sindaco in carica, ossia da lei. A séguito di ciò chiunque potrebbe allarmarsi e sarebbe anche legittimo, per cui mi sono permessa, in applicazione dell’articolo 50 del Regolamento comunale di accesso agli atti, di chiedere copia dell’elenco nominativo dei creditori, con l’indicazione dei relativi crediti, la data in cui furono costituiti e i servizî o gli oggetti forniti. Sono gli elementi essenziali per avviare un’attività di controllo sulle modalità di formazione del debito. Per ciascuno di essi, dato che il Decreto legge parla di «anticipazione di liquidità», il primo aspetto da verificare sarebbe la sua iscrizione in bilancio, in cui deve figurare tra le passività e tra le attività. La posta attiva è indispensabile per verificare come si prevedeva pagare il servizio o la fornitura e l’attendibilità della posta. Il lavoro che intendo svolgere è quello previsto dalla legge per i consiglieri, di maggioranza e di opposizione. Perché, mi domando, un sindaco dovrebbe impedirlo? Dovrebbe piuttosto agevolarlo. Quando ha presentato l’istanza di anticipazione l’elenco deve averlo compilato e con l’indicazione degli stessi dati minimali. Non è vero che l’Amministrazione si debba sobbarcare in chissà quali lavori per rispondere alla mia richiesta. Il Decreto legge istitutivo dell’anticipazione è chiaro: «Gli enti locali (…) che in caso di carenza di liquidità, non possono far fronte ai pagamenti di debiti certi liquidi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2019, relativi a somministrazioni, forniture, appalti e a obbligazioni per prestazioni professionali, possono chiedere (…) alla Cassa depositi e prestiti S.p.A. l’anticipazione di liquidità da destinare ai predetti pagamenti (…)» (Art. 116, comma 1). Intanto si parla di debiti, per cui dev’esserci un debitore e un creditore. Se manca il creditore non esiste il debito. Ciò significa che nella istanza di anticipazione avanzata dal Comune, il creditore dev’essere già indicato. Se il debito esiste, occorre indicarne l’importo e, dunque, anche questo deve essere stato rintracciato, calcolato e comunicato. Il debito medesimo dev’essere maturato alla data del 31 dicembre 2019, dunque (ancora dunque) ogni debito da pagare deve recare la data in cui è sorto, poiché diversamente non si può prendere in considerazione. Deve, infine, riguardare somministrazioni, forniture, appalti od obbligazioni professionali. Anche il bene o il servizio fornito, ancora dunque, dev’essere indicato. Sto parlando degli elementi essenziali per ricevere l’anticipazione. In mancanza di uno solo di essi l’anticipazione non può concedersi. Ora questi elementi io li ho chiesti sin dal primo momento e per un conto o per un altro mi sono stati denegati. Glieli chiesi il 28 maggio 2020 e il Segretario comunale dott. Giampiero Bella prima ha cercato di prender tempo, poi, considerata la mia insistenza, un giorno non si faceva trovare, un altro era in riunione (in un’altra stanza), un altro l’impiegata di turno mi spiegava le ragioni della sua assenza, sta di fatto che non mi ha fornito quanto di dovere. Capisco che in questo sistema politico il segretario se lo sceglie il sindaco, ma penso pure che una volta insediato… anche lui debba osservare (non nel senso di guardarla ma di applicarla) la legge. E penso che talora si ponga, parlo del Segretario, in assoluta solitudine davanti allo specchio ed un qualche colloquio, tra sé, lo apra. E non so se si approvi, ma debbo dire che, nonostante qualche (involontario) dubbio, una certa comprensione gliel’accordo. Il 13 luglio, mi limito a quanto riesco ad acquisire da qualche casuale residuo di memoria, presentai un’interrogazione sul tema. La risposta fu che l’accesso agli atti non era possibile e che dovevo accontentarmi di un incomprensibile (e dunque inutile) elenco di fatture. Naturalmente non mi furono spiegate le ragioni del diniego. Gli atti, in somma, esistevano ma, forse, erano nati col requisito dell’inaccessibilità. Anche i santi talora nascono completi di stimmate. In quel periodo lei rilasciò un’intervista a Videomediterraneo con la riconoscente pubblica condivisione dell’operato del Segretario. Intorno al 4 agosto ho presentato un’ulteriore istanza di accesso ma il Segretario mi ripresentò la nota (e temuta) lista delle fatture. La risposta mi è pervenuta il primo settembre 2020. Mi sono sentita presa in giro e credo che anche lei, signor sindaco, al mio posto, avrebbe avuto la stessa sensazione. Ho pensato che per voi, per lei e il Segretario intendo, i diritti dei consiglieri, cioè del popolo che li ha eletti, siano un trastullo. ‘Na babbiata si direbbe nel nostro espressivo dialetto modicano. E’ strano come lei riesca a formulare, in Consiglio e fuori, discorsi politici convincenti e, di poi, quasi immediatamente, compia queste moralmente riprovevoli scelte. Quali sono gli obiettivi che si prefigge di conseguire impedendo ad un consigliere il controllo sui suoi atti di amministrazione? La legge non solo mi riconosce il diritto di controllarla, ma me ne impone il dovere. Debbo ritenere che abbia qualcosa da nascondere? Diciamolo, dunque, ai quattro venti: il sindaco Abbate non permette alla Castello di accedere agli atti di amministrazione relativi ai 44 milioni anticipatigli dalla Cassa Depositi e Prestiti, per evitare che ne venga a conoscenza la cittadinanza. I consiglieri comunali e il popolo, i reali intestatarî dell’anticipazione, coloro che dovranno pagarne le rate nei prossimi trent’anni, non hanno il diritto di sapere per che cosa pagheranno. Essi debbono solo ringraziare a capo chino e pagare quando scadranno le rate. Ho centrato il problema? E’ questo il principio che la ispira? Anzi, non è che non possano rivelarsi: è che lei li renderà di pubblico dominio quando lo riterrà opportuno. E sarà sempre lei che fornirà i dati a tutti i consiglieri, anche a quelli che non l’hanno chiesto, in modo che non si dica che li ha rifiutati ad alcuno. Mi vien di pensare che tutti i consiglieri si sia degli ingenui collegiali. Anche se la legge ci impone di controllare gli atti di amministrazione noi non siamo in condizione di farlo. Perché? Perché il sindaco lo impedisce. La legge non può porsi sopra la Sua testa e se qualcuno pensa di farlo… sbaglia. Perché la legge per Lei è uno zerbino in cui strusciare le suole quando, al mattino, rientra nella casa comunale. La prossima volta ci conviene vestire la divisa della maggioranza oppure quella proverbiale dei collegiali. Grembiulino azzurro e collettino bianco. E guai a chi parla. E gli occhi vanno tenuti bassi quando si incontra il sindaco o il Segretario. Che uomini siamo in definitiva? Noi, e anche la maggioranza, chi caspita crediamo di essere? Sindaco, si può sapere che ti sta accadendo in questi giorni? Hai perso il lume della ragione? La legge conta o non conta per te? Conta? E allora hai tre giorni di tempo per farmi arrivare i documenti ri-chiesti. Tre giorni. Diversamente puoi pure tenerteli. Li consegnerai all’autorità giudiziaria.


Modica, 28.11.2020


Ivana Castello

Consigliere comunale del PD