Che partito

Che partito: leaderistico, orizzontale o democratico?

Per quanto riguarda il modello di partito che vorremmo, la soluzione ideale sarebbe quella di un partito orizzontale nella determinazione delle scelte, e quindi più democratico (quasi sempre la base del partito è stata costretta a subire delle decisioni calate dall’alto, vedi la riforma del lavoro, quella della scuola, per citarne qualcuna, che nessuno e poi disposto a difendere), e di un partito verticale, con una leadership autorevole, capace di fare attecchire sull’elettorato la bontà di tali scelte. I canoni della comunicazione contemporanea, oggi più che mai, richiedono una leadership capace di attrarre consenso e sulla quale la gente possa identificarsi. Ovviamente, ciò richiede un linguaggio comunicativo più efficace, meno articolato e con parole semplici ed esplicative. Per fare ciò, dovremmo abbandonare i canoni comunicativi stile novecento e una certa presunzione culturale che caratterizza il linguaggio della sinistra. Per quanto riguarda le innovazioni digitali, esse rappresentano uno strumento indispensabile per la comunicazione, soprattutto perché privi dei filtri di un giornalismo di parte, in grado di raggiungere una platea considerevole della cittadinanza, e un altrettanto strumento per coinvolgere la base del partito nelle consultazioni e nelle dialettiche politiche interne. E’ importante il recupero del dialogo tra i vertici e la base di carattere bidirezionale : le scelte nazionali i circoli le devono apprendere dal partito e non dai talk show e devono essere oggetto di discussione con i vertici chiamati certamente a decidere ma anche a recepire quanto la base ha da dire sui vari argomenti. Solo un reale coinvolgimento della base sulle tematiche politiche affrontate dal partito può rendere il partito forza di attrazione nei confronti dei cittadini perché luogo dove i problemi si discutono in itinere e non a cose fatte. Occorre però tener presente che la massima democrazia in un partito (fondato su valori condivisi) si ha quando chi si pone come minoranza mantenga diritto di cittadinanza e ruolo propositivo, ma nello stesso tempo si accetti e venga accettato come opposizione interna. L’esempio per noi deve essere il partito democratico americano, dove coesistono espressioni diverse (Biden e Sanders ne sono un esempio).