La partecipazione è l'anima della democrazia

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Nessuno si salva da solo: salute, scienza , cooperazione dopo l’anno buio

La pandemia così come le altre crisi globali ci ricordano che viviamo in una società strettamente interconnessa su molteplici piani che richiedono risposte globali, intendendosi un vero coordinamento tre le regioni all’interno dello Stato così come un reale coordinamento degli Stati ai livelli sovranazionali. La mancanza di un centro decisionale in campo sanitario nell’Unione Europea ha fatto sì che i paesi dell’UE siano in ritardo sui vaccini e deboli nei confronti delle multinazionali farmaceutiche. nel nostro paese la pandemia ha dimostrato la precarietà del sistema sanitario italiano delegato, in gran parte, alla pessima gestione delle regioni che ha determinato discriminazioni e disparità di trattamento e di diritti tra i cittadini. Inoltre, come si evince dal modello sanitario Lombardo, l’eccessiva privatizzazione ha distolto i fondi pubblici dalla medicina territoriale e di prossimità che è quella che è venuta a mancare e che sarebbe stata determinante nella lotta contro il Covid. Lo Stato dovrebbe riappropriarsi della gestione sanitaria e concentrarsi sul rafforzamento della medicina territoriale, sulla digitalizzazione della risposta diagnostica e delle prestazioni. Inoltre, dovrebbe affrontare e risolvere la problematica legata alla selezione della classe dirigente sanitaria, basandola su criteri di merito e non sulla fedeltà politica. Anche a costo di essere impopolari, bisogna mettere al primo piano la difesa dell’ambiente con scelte consequenziali in campo industriale ma anche nella vita comune dei cittadini incentrate sulla riduzione del consumo beni primari ed affidarsi a fonti energetiche alternative. Ridurre il consumo del suolo con norme che facciano recuperare e riqualificare i volumi esistenti.