Dimettetevi

Se amate la città, dimettetevi!

Qualche mese fa commentavano le dimissioni del consigliere Poidomani e di quanto fosse diventato superfluo svolgere l’attività di consigliere comunale a Modica. Una figura, quella del consigliere, sminuita enormemente dalle leggi dello Stato e resa prepotentemente inutile dall’attuale sindaco. Restiamo convinti che nel nostro paese la lotta democratica abbia un valore fondamentale e crediamo che anche a Modica debba essere così. Il voto dei cittadini nelle ultime elezioni comunali ha dotato l’attuale amministrazione di una maggioranza plebiscitaria in seno al consiglio e ha posto ai margini l’attività politica delle minoranze. Ma mai nel civico consesso si era visto tanta prepotenza e chiusura totale nei confronti dei consiglieri di opposizione. Un esempio tra i tanti è quello della composizione delle commissioni consiliari ancora incomplete per la mancata elezione dei consiglieri della minoranza che non hanno voluto chinarsi al volere del sindaco. Confidavano in quel famoso detto che recita “da grandi poteri derivano grandi responsabilità “ e ci eravamo illusi che forse era ancora possibile una presa di coscienza degli attuali consiglieri di maggioranza affinché emergesse la volontà di riappropriarsi delle loro prerogative come l’approvazione dei bilanci. Ciò per amore verso la propria città e non soltanto verso i propri e singoli elettori. Sta di fatto che Modica, una città che ha dato i natali a parecchi uomini illustri, si è ridotta ad un piccolo regno dove vige la legge incontrastata, nel vero senso della parola, di un piccolo podestà. Nessun mea culpa sulle deliberazioni illegittime e nessuna apertura sulle continue richieste della minoranza di rendere partecipe il consiglio comunale su vicende importanti come quelle legate al museo “S. A. Guastella” o alle contestazioni avanzate dalla Corte dei Conti. Negare la convocazione del consiglio comunale e quindi negare alle minoranze e a tutti i consiglieri (gli unici, peraltro, ai quali la legge affida le questioni economiche e finanziarie dell’ente locale) il diritto di controllo, di informazione e di confronto consiliare sull’ enorme debito che grava sia sulla città sia sulle prossime generazioni, non vuol dire fare un dispetto all’opposizione o dare prova di virile protagonismo: significa rinunciare ai doveri che la comunità modicana vi ha assegnato con le elezioni. Così facendo si tradisce la stessa democrazia perché sono proprio i suoi valori più alti che vengono calpestati quando ci si sottomette acriticamente alla volontà di un singolo individuo.