Erede di Don Sturzo?

EREDE DI DON STURZO?


L’on. Abbate ci vuole far credere che “u pulici avi u collettu”. Ci vorrebbe abbindolare raccontandoci la storia che dopo 30 anni torna in provincia, e a Modica, un congresso della DC. Il nostro parlamentare (che è un democristiano dell’ultima ora, visto che nella sua carriera politica è passato dal Pci, ai DS, all’UDC, a Italia Viva, di nuovo all’UDC e infine a Cuffaro) dimentica che il partito a cui appartiene nulla ha da spartire con quello che partecipò alla Costituente e fondò la Repubblica. Pensare Cuffaro come discepolo di De Gasperi, di La Pira e Aldo Moro o Abbate come continuatore della politica di Emanuele Guerrieri, Nino Avola, Angelo Scivoletto, Saverio Terranova e Antonio Borrometi ci fa sorridere. È un falso storico. Immaginare la DC di Cuffaro come la prosecuzione di quella di Piersanti Mattarella è un volo pindarico difficile da fare. Due presidenti della regione: l’uno impegnato a combattere lo strapotere mafioso, a lottare per la trasparenza sugli appalti e per questo ucciso dalla mafia; l’altro condannato a 7 anni di reclusione per favoreggiamento a Cosa nostra.

Più lineare è invece la vicinanza tra Cuffaro e Abbate, se ci spostiamo sul fronte del sistema politico clientelare. Se Cuffaro per anni è stato il padrone incontrastato della sanità siciliana e tuttora continua a condizionarla con la sua ingombrante presenza, Abbate è sulla sua scia. Negli anni passati ha occupato l’ospedale Maggiore di Modica, ora vuole mettere le mani su tutta la sanità iblea e sulla Provincia.

Per Abbate Cuffaro è il modello politico da seguire; per Cuffaro Abbate è il discepolo da allevare, il nuovo volto della politica siciliana.

È necessario che tutto cambi perché tutto resti come prima.

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Modica, lì 02-02-2024


​​​​​Il Partito Democratico di Modica