Partecipazione

Partecipazione e il binomio “anima-cacciavite”: il nostro nuovo approccio

L’apertura verso la società civile ha certamente contribuito in un primo momento alla crescita del partito, ma è stata anche determinante, in un secondo momento, per la continua conflittualità, alla decrescita e alla perdita del consenso. Il coinvolgimento e la partecipazione non può prescindere da una chiara visione politica. Il Partito aperto a tutti deve porre come condizione il rispetto dello statuto e ci deve essere una voce univoca fuori dalla sedi di partito, la linea maggioritaria deve essere rispettata dalla linea minoritaria altrimenti si rischia il non avere una linea politica univoca, e si finisce per stare insieme solo perché abbiamo un nemico comune, oggi Salvini e Meloni, ieri Berlusconi, e non un’idea politica . Se prima non si crea un contenitore dove sono stabiliti i paletti ideologici e la mission del partito, si rischia ancora una volta una babele di idee e di opinioni contrastanti tra loro, che creano inevitabilmente disorientamento e disaffezione. Appare necessario riscoprire i valori che fanno di noi un partito e rimodellarli sul « per » e non sul « contro ». L’accento deve essere spostato sulle idee di società che si vuole realizzare poste a fondamento del nostro essere partito così come le diverse sensibilità devono riguardare la fase « cacciavite » ossia i vari approcci per il raggiungimento del risultato. Non saremo mai un partito compatto se al nostro interno, ad esempio, c’è chi vede favorevolmente le unioni civili e chi invece le osteggia nel nome della sacralità della famiglia tradizionale o chi è a favore dello ius soli e chi lo ritiene improponibile a prescindere. Identità fondata sui valori e concretezza fondata sugli strumenti per analizzare (e capire) il mondo e realizzare le nostre idee devono costituire i pilastri della vita del partito sia sul piano nazionale che locale.